La ceramica, uno dei mestieri più antichi dell’umanità, rappresenta un ponte che capace di collegare concezioni diametralmente opposte. Non si limita a conservare le narrazioni culturali, ma le trasforma, adattandole al trascorrere del tempo in un nuovo contesto.
Questa trasformazione è particolarmente visibile quando le tecniche tradizionali incontrano le nuove tecnologie digitali. Attraverso i secoli, la ceramica ha mantenuto una doppia narrazione che evidenzia come, nonostante la sua antichità, essa sia sempre vitale e in evoluzione.
Tradizionalmente, il processo di creazione artigianale della ceramica è stato lento e meditativo, un’esperienza che contrasta fortemente con la frenesia tipica dell’era industriale e digitale. Gli strumenti classici come l'argilla o il tornio non sono solo utensili, ma diventano simboli di un rifugio mentale dal mondo meccanico e tecnologico.
Per molti praticanti e appassionati, modellare l’argilla è un’esperienza unica che permette di svuotare la mente dai pensieri superflui e concentrarsi completamente sul processo creativo. Potremmo quasi definirlo un tipo di terapia, un’esperienza tattile e sensoriale che non può essere replicata digitalmente.
Detto questo, l’era digitale sta introducendo strumenti che stanno ridisegnando il concetto stesso di ceramica. Una contaminazione inevitabile.
La stampa 3D, sebbene da alcuni percepita come una minaccia alla produzione artigianale tradizionale, in realtà apre nuove possibilità creative. Lungi dal limitare la creatività, queste nuove tecnologie ampliano le possibilità espressive, consentendo agli artisti di realizzare visioni un tempo irrealizzabili.
Oggi, durante le fiere di ceramica, è molto comune imbattersi in stand che espongono opere in ceramica stampate in 3D. Sebbene molti ceramisti guardino a questa innovazione con scetticismo ( e io mi inserisco tra questi) , temendo che si possa perdere la tradizione e le abilità manuali (scetticismo che io stesso condivido), tale paura sembra riflettere un timore culturale dell’ignoto. Facendo uno sforzo contro i miei stessi pregiudizi, posso immaginare come la combinazione tra tecnologia digitale e abilità manuale possa arricchire la ceramica, aggiungendo nuove dimensioni di espressione a un’arte antica.
Proprio come il tornio ha rivoluzionato la ceramica migliaia di anni fa, così gli strumenti digitali possono essere considerati semplicemente nuovi mezzi nelle mani dei ceramisti moderni.
In questo senso, la ceramica diventa un simbolo straordinario della sintesi tra il vecchio e il nuovo, unendo l’arte antica all’innovazione contemporanea. Rappresenta il bisogno umano senza tempo di creare, comunicare e connettersi, sia nel mondo materiale che in quello digitale. Non è solo una testimonianza del passato dell’umanità, ma anche un ponte tra passato, presente e futuro.
Mi piace pensare alla ceramica come a un legame tra diverse realtà, un’arte capace di abbracciare l’innovazione senza rinnegare la tradizione.
Non ho ancora visto esempi convincenti, ma in alcuni esperimenti, dove si introducono variabili parametriche in un processo digitalizzato come quello della stampante 3d, devo dire che i risultati erano interessanti.
Date un occhio qui!:
https://parametrichouse.com/3d-printing-clay/